tagline american bar shaken not stirred

Solo dal nostro sito la miglior tariffa garantita.

head barman con abito gessato dietro al bancone mentre versa da una bottiglia

«SHAKEN, NOT STIRRED»

american bar

Uno spazio elegante e suggestivo, dove sembra di vivere come nella scena di un film: questo è l’American Bar del Grand Hotel Sitea.
Considerato uno dei migliori bar della città, è il ritrovo preferito da alcuni dei più grandi nomi della cultura, della musica e dell’arte, dagli ospiti dell’Hotel e dai torinesi, attratti dalla discrezione e professionalità di Beppe Loi, storico head barman del Sitea e raffinato padrone di casa.
Lasciatevi guidare da Beppe attraverso la vasta scelta di cocktail e distillati, liquori e amari da lui personalmente selezionati, e non perdete l'occasione di assaporare i suoi esclusivi cocktail d'autore!

Signature Cocktails

sitea nome cocktail

Sapevate che il Grand Hotel Sitea ha un cocktail dedicato? Si chiama Sitea, profuma di frutta esotica e porta con sé i colori del cielo e del mare.
Era il 1985 quando un giovanissimo Giuseppe “Beppe” Loi vinse il prestigioso Premio Angelo Zola—riconoscimento riservato ai migliori bartender sotto i trent’anni—con il suo Blue Sky (rum, succo di ananas, sciroppo di orzata, blue curaçao).
Qualche anno più tardi, divenuto il padrone di casa del nostro American Bar, Beppe volle dedicare al Grand Hotel Sitea il suo cocktail d’autore: così dal Blue Sky nacque il Sitea.
Vodka, succo di ananas, cocco, blue curaçao e un viaggio indietro di quasi trent’anni. Il Sitea è un tesoro nascosto, conosciuto solo da pochi ospiti affezionati, tornato in carta per i 100 anni del Grand Hotel. E proprio per questo speciale anniversario, Beppe sta preparando una nuova versione. Stay tuned!

cocktail azzurro intenso con foglie di menta e lamponi

Signature Cocktails.

americano shakerato cocktail

Le origini dell’Americano risalgono agli iconici anni ’30 del Bar Camparino di Milano, quando il nome sembra essere nato come appellativo del Milano-Torino, cocktail prediletto dai turisti americani che lo preferivano con un tocco di soda.
Non mancano versioni più pittoresche, come quella che lo interpreta come un omaggio al pugile Primo Carnera, soprannominato “l’americano”, o come una variazione linguistica del termine “amaricante”.
Quel che è certo è che fu il primo cocktail ordinato da James Bond in Casino Royale di Ian Fleming. All’American Bar del Sitea, Beppe lo reinterpreta con un tocco personale: senza soda e shakerato.
Il risultato? Un Americano inconsueto, dalla sorprendente consistenza vellutata. Un’esperienza da non perdere.